L'INTERVENTO

Alluvione in Valcamonica, Regione Lombardia chiede a Draghi lo stato d’emergenza

Ci sono ancora montagne di materiale da rimuovere
Ci sono ancora montagne di materiale da rimuovere
Ci sono ancora montagne di materiale da rimuovere
Ci sono ancora montagne di materiale da rimuovere

Non è ancora la svolta attesa, ma c’è stata almeno la presa di posizione ufficiale richiesta: il sindaco Carlo Sacristani ha ricevuto nel tardo pomeriggio di ieri una comunicazione importante da Milano. Il presidente della Regione Attilio Fontana ha chiesto al presidente del Consiglio la deliberazione dello stato di emergenza relativamente ai gravi fenomeni meteorologici che hanno colpito il territorio della Lombardia nell’ormai scorso mese di luglio. Compresi naturalmente quelli che hanno interessato la Valcamonica. Se il provvedimento fosse adottato (la richiesta è stata inviata direttamente a Mario Draghi) si potrebbe avviare un meccanismo di accelerazione che favorirebbe la disponibilità dei finanziamenti necessari per spingere sulla rinascita del paese, coinvolgendo direttamente anche il dipartimento della Protezione civile nazionale. Si tratta di uno strumento ancora più importante rispetto e allo stato di calamità naturale richiesto dal primo cittadino di Niardo. La richiesta siglata da Attilio Fontana fa riferimento, oltre che a Niardo, Braone e Ceto, anche alle provincie di Pavia, Lodi e Cremona, interessate da analoghi eventi calamitosi. Per quanto riguarda proprio Niardo e gli altri due Comuni della Valcamonica, il presidente della Regione ha presentato una relazione particolareggiata, scrivendo dei gravissimi danni subiti dai privati e alle attività commerciali. «A oggi sono stimati ingenti danni al patrimonio pubblico, alle infrastrutture, alle attività economico/produttive e ai privati cittadini, per i quali ci si riserva una valutazione più precisa nei prossimi giorni, tenendo conto che le operazioni per la rimozione delle condizioni di pregiudizio alla pubblica e privata incolumità sono tuttora in corso», è scritto nella richiesta. Appellandosi all’articolo 7 (comma 1 lettera c) del decreto legge numero 1 del 2 gennaio 2018, e citando appunto i guai capitati in Lombardia, in particolare nella provincia di Brescia, a partire dal 4 luglio 2022, il governatore chiede «l’applicazione dell’articolo 24, comma 1, che prevede la deliberazione del Consiglio dei ministri dello stato di emergenza di rilievo nazionale». Nella richiesta viene anche sottolineato il ruolo avuto fin qui proprio dal volontariato della Protezione civile, con «decine di organizzazioni coinvolte e centinaia di volontari attivati che prestano assistenza alla popolazione e nella rimozione del materiale alluvionale che ha invaso i centri urbani e gli edifici pubblici e privati, nonché per l’attivazione delle misure per il ripristino di servizi pubblici e infrastrutture».•. L.Ran.

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