Carpeneda si risveglia tremante dall’incubo

di Massimo Pasinetti
Il corpo di James Nolli pietosamente coperto da un lenzuolo
Il corpo di James Nolli pietosamente coperto da un lenzuolo
Il corpo di James Nolli pietosamente coperto da un lenzuolo
Il corpo di James Nolli pietosamente coperto da un lenzuolo

Non ha avuto scampo James Nolli, il 61enne di Carpeneda di Vobarno caduto mercoledì mattina sotto i colpi di Cosimo Balsamo. Salito in Valsabbia, dopo avere freddato la prima vittima nella Bassa, a Flero, armato di un fucile a pompa e di una pistola. Armi che Balsamo ha poi rivolto contro Nolli, accusato come lui di avere fatto parte della banda dei Tir. Un regolamento di conti sulla cui esatta dinamica stanno ancora lavorando gli inquirenti: i carabinieri della Compagnia di Salò, comandati dal maggiore Alessandro Firinu, con i comandanti del Radiomobile di Salò Cosimo Fabrizio e della stazione di Vobarno, il maresciallo Alberto Riccioni. Impegnato per i rilievi anche il Nucleo investigazioni scientifiche dell’Arma. Sotto shock tutta Carpeneda. L’omicidio è avvenuto a una manciata di metri dalla materna, nel cuore della frazione di Vobarno. Erano circa le 12.30 quando in paese si sono sentiti i colpi partiti dal fucile e dalla pistola impugnati da Balsamo. Poi Nolli si è accasciato a terra, mentre l’assassino si dava alla fuga con il pick-up Mitsubishi della vittima, all’interno del quale si è infine tolto la vita. LO SHOCK. È stato un risveglio inquieto quello di Carpeneda ieri. A Vobarno, e oltre, ovviamente non si parlava d’altro. James Nolli lo conoscevano in tanti, anche se di quando in quando per un certo periodo sembrava scomparire. Qualcuno ieri ricordava i problemi di droga avuti in gioventù, superati da tempo, e il trauma della morte violenta del fratello Bruno, vittima di un incidente stradale in motocicletta avvenuto proprio a Vobarno. Un trauma superato. Forse anche grazie alla moglie Liliana e alle figlie Mirka ed Elisa, cresciute a Carpeneda. James Nolli era un uomo molto cordiale, raccontavano ieri in tanti, provando ad allontanare la tragica immagine di un assassinio a sangue freddo sul quale ci sono ancora zone d’ombra. La parola agli inquirenti, mentre la vittima si spera possa riposa in pace. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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