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Gavardo, dal Museo Archeologico al Lucone in bicicletta: ecco il progetto per la ciclabile

di Alessandro Gatta
Firmato il protocollo d'intesa con i municipi vicini, pronto lo studio di fattibilità, ora servono i finanziamenti
Il sito Unesco del Lucone potrebbe diventare raggiungibile in bicicletta da Gavardo
Il sito Unesco del Lucone potrebbe diventare raggiungibile in bicicletta da Gavardo
Il sito Unesco del Lucone potrebbe diventare raggiungibile in bicicletta da Gavardo
Il sito Unesco del Lucone potrebbe diventare raggiungibile in bicicletta da Gavardo

 È la nuova (bella) stagione del Mavs di Gavardo, il Museo archeologico della Valsabbia: una mostra europea, i lavori sulla nuova ala con foresteria e biblioteca e un collegamento ciclopedonale fino al sito Unesco del Lucone di Polpenazze, attraversando anche Muscoline. «Abbiamo già firmato il protocollo d’intesa con i municipi vicini - spiega il sindaco Davide Comaglio - e abbiamo già pronto un primo studio di fattibilità. Ora ci metteremo al lavoro per individuare i finanziamenti».

Un piano milionario

La pista dovrebbe costare non meno di 2 milioni e mezzo di euro, e «sarebbe al servizio delle centinaia di visitatori che già transitano al Lucone, in estate, quando gli scavi sono aperti al pubblico - continua Comaglio -. Sarà inoltre l’occasione per unire ciclabili del Garda e Gavardina». Da decenni questo è uno scrigno di meraviglie e ritrovamenti. Ed è da qui che arriva la porta in legno tra le più antiche d’Europa (ce sono solo altre due dell’età del bronzo, entrambe in Svizzera) recuperata a Polpenazze nel 2020 e prossima a tornare al Mavs, al termine di una lunga sistemazione nell’Istituto centrale del restauro di Roma, per diventare il pezzo principale della mostra accennata poco sopra.

«L’obiettivo è continuare gli scavi nell’ambito D del Lucone - sottolinea Marco Baioni, direttore del museo - così da riuscire ad avere, finalmente anche in Italia, una porzione di abitato di 4mila anni fa completamente indagata». Lo scavo aperto accoglie ogni anno centinaia di visitatori e decine di studenti, ricercatori, esperti, volontari. «Parteciperemo anche nel 2024 - aggiunge Baioni - al bando internazionale per il volontariato Unesco. Lo scorso anno abbiamo accolto 5 volontari, quest’anno abbiamo già 8 candidati, anche dalle università di Cambridge e Parigi».

Il cantiere sta per concludersi 

Saranno forse loro i primi a essere ospitati nella nuova foresteria: i lavori vedono ormai il traguardo, il cantiere dovrebbe concludersi entro fine aprile. Un investimento di poco inferiore ai 300mila euro e che fa parte del progetto di restyling (da 1,2 milioni) del centro finanziato in gran parte con un bando regionale.

La foresteria, ricavata in un vecchio edificio di proprietà museale in gran parte dismesso, potrà ospitare fino a 15 posti letto accogliendo studenti, studiosi e restauratori. «È stata rifatta la copertura in legno, rinforzati i solai, gli intonaci e le parti interrate - riprende il sindaco - e completerà il museo con una nuova ala che potrà ospitare anche la biblioteca e il magazzino, liberando spazi nel Mavs». Perché «stiamo ragionando su accoglienza, didattica, su una nuova collezione permanente, su nuove sale dedicate al Longobardi, Medioevo ed età moderna» anticipa Marcello Zane, presidente della Fondazione Simoni che lo gestisce. Intanto si prepara la (grande) mostra: sarà presentata a breve, il 13 aprile l’inaugurazione.

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