la tragedia

Idro, non ce l'ha fatta l'uomo precipitato lungo la ferrata Crench

di Riccardo Caffi
Niccolò Guarino, trentenne di Orzinuovi, è morto nel tardo pomeriggio di oggi alla Poliambulanza: troppo gravi le ferite riportate

Ieri pomeriggio, 8 aprile, la notizia terribile è rimbalzata dall’alta Valsabbia, dove domenica è avvenuto l’incidente, alla Bassa, dove viveva la vittima di un’escursione finita tragicamente.

La tragedia

Una notizia pesante partita dalla Poliambulanza di Brescia, l’ospedale in cui Niccolò Guarino, 30 anni soltanto, era stato ricoverato l’altro pomeriggio in seguito a un incidente in montagna: il giovane escursionista residente a Orzinuovi e precipitato dalla ferrata del Crench, nel territorio comunale di Idro, non è sopravvissuto.

Inutili i tentativi di salvarlo messi in opera dai medici della Poliambulanza, dove durante il breve ricovero il giovane è stato anche sottoposto a un intervento chirurgico al cranio nel tentativo di ridurre i danni subiti nella caduta e nel violento impatto. È stato tutto inutile: un esito doloroso ha concluso la missione di salvataggio attuata dai tecnici del Soccorso alpino della stazione della Valsabbia (quelli appartenenti alla Quinta Delegazione bresciana).

La disgrazia

Domenica dopo la caduta dallo spettacolare sentiero attrezzato affacciato sull’Eridio, i soccorritori lo avevano recuperato in fondo a un canalone prima di affidarlo all’elisoccorso dell’Areu per il trasporto in ospedale. E avevano così portato a termine la seconda missione quasi nello stesso luogo e nello stesso pomeriggio, perché poco prima e poco distante avevano dovuto occuparsi anche di una escursionista infortunata affrontando la stessa ferrata.

Un colpo basso

La notizia si è diffusa in un attimo a Orzinuovi, dove è stata accolta con incredulità e sgomento. Tutti coloro che lo conoscevano speravano e si auguravano che Niccolò ce la facesse, che il suo fisico robusto sarebbe stato più forte delle ferite riportate nella caduta. Ma i trami riportati nella caduta (il 30enne è stato recuperato una cinquantina di metri più in basso rispetto al tracciato che stava seguendo) non gli hanno lasciato scampo.

Niccolò era uno sportivo. Amava le escursioni in mountain bike, le avventure in canoa, le arrampicate. Gli piaceva scoprire luoghi sconosciuti e conoscere persone nuove, e con tutti era gentile ed educato. A Orzinuovi era molto conosciuto: tutti lo vedevano passare a piedi o in bicicletta e per tutti era un giovane tranquillo. «Un ragazzo d’oro; un figlio che tutti vorrebbero avere» ha commentato un conoscente.

Viveva in famiglia

Abitava in via Cicognini con il papà Andrea, comandante della stazione dei carabinieri di Soresina (Cremona), la mamma Piera, barista in un locale di un grande centro commerciale orceano, il fratello Stefano e la sorella Giulia. Una famiglia molto conosciuta nel bar Milano 2, all’inizio della via, dove spesso i genitori si fermano per un caffè, per prendere le sigarette, per scambiare due parole con i conoscenti.

Una famiglia molto conosciuta anche per via della professione e dei trascorsi del padre del ragazzo scomparso: un maresciallo che si è arruolato nell’Arma dei carabinieri nel 1990. Era arrivato giovanissimo a Orzinuovi, che è stata una delle sue prime destinazioni, e nella cittadina della Bassa ha messo su casa e famiglia. Nel 2007 era stato in missione a Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, e dal 2010 al 2017 ha ricoperto il ruolo di comandante della stazione di Dello, prima di passare nel Cremonese.

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