Paleontologia

Nel Budellone di Prevalle le tracce dell'uomo di Neanderthal VIDEO

di Silvia Avigo
Il paleontologo Fabio Bona ha trovato nuove prove dell’esistenza dell’antenato preistorico e conferme della presenza dell’Ursus spelaeus, che nella zona ha dominato durante il pleistocene
Il paleontologo Fabio Bona mentre  esplora il Monte Budellone di Prevalle
Il paleontologo Fabio Bona mentre esplora il Monte Budellone di Prevalle
Il paleontologo Fabio Bona esplora il Monte Budellone di Prevalle

Si sono chiuse   le ricerche archeologiche sul monte Budellone di Prevalle, che anche stavolta hanno svelato nuove scoperte di un passato lontanissimo. Il team del gruppo “Grotte archeologico” di Gavardo, nato nel 1954, con il consigliere con delega all’ambiente di Prevalle Paolo Burlon, sotto la sapiente guida del paleontologo di fama internazionale Fabio Bona, ha esplorato siti inediti del monte. Trovando nuove prove dell’esistenza dell’uomo di Neanderthal e confermando la presenza dell’Ursus spelaeus, che a Prevalle ha dominato durante il pleistocene.

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Alto fino a 4 metri (1,80 al garrese), “l’orso delle caverne” aveva un aspetto tozzo e arrivava a pesare fino a una tonnellata. Per capire la sua forza predatoria basta notare che un suo canino arrivava a 20 centimetri di lunghezza, usava ovviamente le grotte come tana e le femmine partorivano fino a 3 cuccioli durante il letargo invernale.

Un nuovo esemplare di orso sta per essere ricomposto - spiega il consigliere di Prevalle Paolo Burlon, grande appassionato di preistoria e sempre in prima linea come volontario -, verrà esposto all’ingresso del nostro Comune a breve. Questo sito è prezioso per la storia dell’uomo e del nostro territorio, inestimabile”.

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Un esemplare di orso delle caverne, rinvenuto nel “Buco del Frate” è già visitabile al museo di Gavardo ma nel frattempo le ricerche hanno riportato alla luce i resti di altri 21 esemplari. Forse per questo, non a caso, nelle vicinanze sono stati rinvenuti tra i sedimenti delle rocce una quantità impressionante di resti animali dell’epoca. Cervi, bisonti, linci e iene. Ma anche una colonia di lupi millenari, sorprendentemente uguali a quelli odierni ma solo un po’ più grandi. D’altronde l’ambiente del Budello era perfetto. Esposto al sole, rifornito di acqua e vegetazione era ricco di grotte e anfratti che fungevano da riparo naturale.

Anche appunto per l’Homo neanderthalensis, che qui sicuramente abitò fino a 40 mila anni fa quando si estinse. Anche se non del tutto, considerando che l’uomo moderno porta nel suo Dna un buon 2-3 percento dei suoi geni. La prova inconfutabile della sua presenza a Prevalle, nell’epoca intermedia della glaciazione, sta nel ritrovamento di alcune punte di selce a dorso del paleolitico superiore, le uniche mai trovate in Lombardia.

Ma anche altri indizi sono stati rilevati, vicino al Büs dei Lader: “Riattiveremo gli scavi in primavera e speriamo fare nuove e importanti scoperte su questo lontano passato - spiega Fabio Bona, paleontologo esperto degli animali preistorici del Garda, collaboratore del Dipartimento di Scienza all’Università di Milano e che dopo importanti scavi in Puglia, Iraq e Afghanistan sarà protagonista anche a Luxor in Egitto -. Il mio sogno? Trovare almeno una mandibola intatta dell’uomo di Neanderthal e qui ci sono buone possibilità”. Il Budellone non ha mai risparmiato negli anni incredibili sorprese: dal dente di un rinoceronte a mammiferi di oltre 800 mila anni fa, fino ai resti della tigre dai denti a sciabola. Qui tutto è possibile.

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