«La centrale rispetterà i limiti ma noi abbiamo già dato tanto»

di Marta Giansanti
Sindaci e amministratori contrari alla centrale di Nave
Sindaci e amministratori contrari alla centrale di Nave
Sindaci e amministratori contrari alla centrale di Nave
Sindaci e amministratori contrari alla centrale di Nave

«Nel passato il territorio comunale di Nave ha già dato tanto in termini di impatto ambientale, ora dobbiamo pensare alla qualità di vita di chi vive quel territorio». Il quadro storico e ambientale e la necessità di non tornare indietro mette d’accordo i sindaci di Nave, Collebeato, Caino e Bovezzo, protagonisti ieri di un nuovo round a distanza con la «Duferco sviluppo», l’azienda, controllata dalla multinazionale Duferco che nel 2017 ha acquisito il sito siderurgico della ex Stefana, e che ora intende investire qui 60 milioni di euro nella costruzione di un «peaker»: un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a metano e che, sulla carta, sopperirebbe ai picchi di domanda della rete elettrica nazionale. «Nave era il paese del tondino, il paese delle acciaierie e delle industrie e il territorio negli anni ne ha pagato le conseguenze. Per questo ci opponiamo al progetto di Duferco - sottolinea il sindaco Tiziano Bertoli -. Ma la nostra non vuole essere una contestazione tecnica: sappiamo che la centrale rispetterà i limiti di emissione stabiliti dal Governo. Il nostro è un dissenso morale, dovuto all’attenzione per un comprensorio già duramente provato dall’inquinamento». SULLO SFONDO ci sono discariche di inerti, tralicci di una vecchia centrale e siti dismessi; e ora la siderurgia Duferco: «La riattivazione delle linee produttive per travi e vergella è stata approvata perché garantisce lavoro a decine di persone e perché chiudere il sito Stefana e bonificarlo avrebbe significato investimenti troppo onerosi» spiega Bertoli. «Noi non accettiamo un ulteriore aumento delle emissioni rispetto a quelle già previste - aggiunge Antonio Bazzani, sindaco di Bovezzo -. La presenza nell’ex Stefana di un metanodotto, di una rete ad alta tensione e di una rete idrica autonoma chiude un cerchio per Duferco ma non tiene conto di quello che la Valle del Garza ha già subito, e cui oggi si sta cercando di rimediare attraverso politiche di sostenibilità ambientale». Misure complesse legate anche alla conformazione geografica: «Siamo in una conca, e se anche fosse un impianto di ultimissima generazione i fumi rimarrebbero nell’area», ricorda Cesare Sambrici, primo cittadino di Caino, sostenuto da Antonio Trebeschi, collega di Collebeato, che invoca «un intervento del mondo politico con azioni mirate». Intanto il sostegno arriva dal Comune di Brescia, attraverso l’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli: «La centrale avrà un impatto sulla qualità dell’aria in un Comune che rientra nella fascia 1 per criticità ambientale e noi non possiamo chiudere gli occhi». •

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