L’INIZIATIVA DI BRESCIAOGGI. Lo spirito competitivo ha già raggiunto il Centro Nuovo Flaminia

«Commesso dell’anno?
Io scommetto su di me»

di Marta Giansanti
Stefano Boroni al negozio «Cisalfa» del Nuovo FlaminiaErika Iarcher mostra la sua copia di Bresciaoggi da «Takko Fashion»Luana Bonassi da «Blue Spirit».  Anche al Nuovo Flaminia piace l’iniziativa «Commessi dell’anno»Sokaina Ben Hadda da Casa Tua
Stefano Boroni al negozio «Cisalfa» del Nuovo FlaminiaErika Iarcher mostra la sua copia di Bresciaoggi da «Takko Fashion»Luana Bonassi da «Blue Spirit». Anche al Nuovo Flaminia piace l’iniziativa «Commessi dell’anno»Sokaina Ben Hadda da Casa Tua
Stefano Boroni al negozio «Cisalfa» del Nuovo FlaminiaErika Iarcher mostra la sua copia di Bresciaoggi da «Takko Fashion»Luana Bonassi da «Blue Spirit».  Anche al Nuovo Flaminia piace l’iniziativa «Commessi dell’anno»Sokaina Ben Hadda da Casa Tua
Stefano Boroni al negozio «Cisalfa» del Nuovo FlaminiaErika Iarcher mostra la sua copia di Bresciaoggi da «Takko Fashion»Luana Bonassi da «Blue Spirit». Anche al Nuovo Flaminia piace l’iniziativa «Commessi dell’anno»Sokaina Ben Hadda da Casa Tua

Marta Giansanti La competizione inizia a farsi sentire anche al Centro Nuovo Flaminia: a poche settimana dal fischio di inizio per «Commessi 2019» c’è già chi è pronto a scommettere su di sé. E Stefano Boroni di «Cisalfa» se lo augura davvero. «Beh, visto che ci siamo, spero proprio di vincere. È stata una bella idea quella di dar vita a questa sfida, finalmente qualcosa di originale e di diverso», ha sottolineato Stefano. O, come sostenuto da Sokaina Ben Hadda, di «Casa Tua», «un’occasione per valorizzare un ruolo spesso sottovalutato e a volte screditato, impossibile da giudicare senza prima averlo provato». «Dopo dieci anni in questo ambiente posso dire con certezza che non lo cambierei con nessun altro mestiere. Se avessi una famiglia probabilmente sceglierei un part-time ma non rinuncerei mai al contatto con il cliente», ha dichiarato Donatella Panzetti di «BluKids». UN PENSIERO condiviso anche da Erika Larcher di «Takko fashion» che, prima di approdare in un negozio di abbigliamento, ne ha fatta di strada. «Ho iniziato in fabbrica poi in un bar, ma ora sto davvero bene – ha confessato Erika -. Avere a che fare tutti i giorni con le persone adesso non mi pesa affatto: qui la clientela è completamente diversa da quella dei locali. Ovviamente non è così raro imbattersi in persone poco simpatiche ma il commesso, nonostante tutto, deve esserlo». «Anche se a volte è difficile mantenere la calma, spesso sono troppo pretenziosi – ha ammesso Sokaina -. Fatto sta che non riuscirei mai a stare in un ufficio, questa è un’attività che ti fa crescere professionalmente e personalmente, ti insegna a relazionarti con persone di ogni sorta, ti porta a creare nuove amicizie e conoscenze non solo con i colleghi ma anche con i clienti». È gratificante, ma l’impegno richiesto è alto. «FARE il commesso non è solo vendere e sistemare i capi, è riuscire a dare l’immagine giusta e accattivante al negozio, è gestire un magazzino e raggiungere sempre degli obiettivi», ha spiegato Stefano Boroni. «Ti dà responsabilità e richiede mille occhi – ha aggiunto Luana Bonassi di «Bluespirit» - ma non è mai noioso e il tempo passa senza che tu te ne accorga, ovviamente devi esserne portato e predisposto». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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