L'INTERVISTA

Giancarlo De Lorenzo: Brescia, l'Arnaldo, Sanremo e l'omaggio a Mozart

di Gianpaolo Laffranchi
Il direttore artistico e musicale dell'Orchestra Sinfonica dell'Ariston dirigerà l'Orchestra del Teatro Goldoni al Martes
Il direttore Giancarlo De Lorenzo
Il direttore Giancarlo De Lorenzo
Il direttore Giancarlo De Lorenzo
Il direttore Giancarlo De Lorenzo

Dalla città dei fiori al salotto del Garda. Dalla Liguria a Salò. Direttore artistico e direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica di Sanremo, un passato bresciano e una vita interamente consacrata alle sette note, Giancarlo De Lorenzo dirigerà il concerto in programma domenica prossima al MarteS (Museo d'arte Sorlini): dopo le visite guidate alla mostra «PerDiana! Giacomo Ceruti, capolavori tra Lombardia e Veneto» a partire dalle 19.30 (a gruppi di 15 persone per volta), ci sarà musica dal vivo dalle 21 con l'Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno, «vero punto di riferimento nazionale e internazionale per la sua Stagione Sinfonica».

Nove luglio, quindi: data da segnare sul calendario non solo perché nel 2006 l'Italia vinse il Mondiale in Germania.Grande data... È una storia, almeno per me, un po' strana: io conobbi il papà del dottor Stefano Sorlini molto tempo fa, quando ero direttore artistico al Teatro Olimpico di Vicenza. Mi contattò per organizzare un concerto a Brescia. Dopo una decina d'anni, forse anche di più, mi ha telefonato Stefano, che avevo conosciuto allora: «Si ricorda di me?» «Sì!». Mi ricordavo la splendida collezione di quadri di suo papà. «Vediamoci, così le racconto com'è andato avanti tutto». Ci siamo visti e ho avuto modo di apprezzare la sua stupenda Fondazione.

Un luogo meraviglioso. Da lì lo spunto per arrivare ad oggi? Esattamente, perché Stefano mi ha chiesto se fosse possibile organizzare un concerto per far partire un'azione culturale a sostegno della Fondazione. Ho detto sì, con entusiasmo. E se anche il direttore farà il suo dovere... Sarà una bellissima serata.

Come sarà strutturata?La musica sarà rigorosamente mozartiana: suoneremo il Concerto in La maggiore numero 5 per violino e orchestra e la Sinfonia 38 «Praga». «Omaggio a Mozart» con un programma splendido in una cornice incredibile, con l'orchestra del Teatro Goldoni composta da 35 elementi. Violino solista sarà il finalista del Concorso Young Opera Musician 2023.

A proposito di gioventù: a che età fu rapito dalla musica? Ho iniziato a suonare a 7 anni, da autodidatta. A 11 sono arrivato a Brescia, dove mi sono formato al Conservatorio mentre studiavo al classico Arnaldo, sezione E, con docenti di gran classe come la professoressa Bertoli. Dalle 14 alle 18 studiavo pianoforte, dopo cena prendevo i libri del liceo e facevo notte. Non c'erano partite di calcio né uscite la sera. Sono un organista, mi sono dedicato alla composizione, poi ho scelto la strada che mi ha portato a diventare direttore d'orchestra. Oggi posso dire che ha funzionato e quella disciplina mi è rimasta: studio ancora 6, 7 ore ogni giorno.A chi deve dire grazie?Avevo un cugino di mio papà direttore d'orchestra, Glauco Cataldo. Lui è sempre stato un punto di riferimento. Mi ha guidato negli studi e in generale nella vita da musicista. Una persona dalla sensibilità incredibile, di un'umanità speciale.

Che cosa l'ha convinta a prendere la direzione della direzione? Non lo so! È sempre stato un mio sogno, un mio pallino anche quando agli inizi facevo l'organista. Perché mi piace molto. È un istinto. Ed è fra le cose più importanti della mia vita. Così importante, e impegnativa, che a volte penso di smettere: non sono stufo, ma prima o poi sarà anche l'ora di rifiatare. Però so che mi mancherebbe molto...

Vediamo. Arrivò a Brescia dalla Toscana, giusto? Sì. Sono calabrese d'origine, poi un anno e mezzo a Pontedera, il trasferimento a Brescia, gli studi alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, nella sezione Musica del Dams. L'approccio con Brescia?Non fu facile: l'ambiente un po' chiuso, anche se poi mi sono inserito e trovato bene; l'inverno rigidissimo per me che ero abituato al sole, a un clima mite. Nell'ultima notte di Natale in Calabria giravo con il maglioncino: a Brescia trovai subito un nebbione, non si vedeva a un metro. Col tempo le cose sono cambiate, fa caldo anche al Nord. E io, anche se ho ancora casa a Brescia, praticamente vivo a Sanremo da 8 anni.Dall'1 gennaio 2015 ricopre la carica di direttore artistico e direttore musicale dell' Orchestra Sinfonica di Sanremo.

Come c'è arrivato? Prima ero stato a Vicenza, dal 2001 al 2010. Quindi qualche anno da free lance: andavo a Sanremo da direttore ospite, a un certo punto mi fu chiesto di presentare un progetto. Capita spesso, di solito succede niente, e c'ero già andato vicino nel 2007. Nel 2014 il mio progetto è piaciuto, nel 2015 sono entrato e non sono più uscito.

Otto anni e mezzo, finora: un record. Nessuno era rimasto più di 5 anni, prima di me. Sono felice, l'Orchestra funziona, abbiamo avuto riconoscimenti anche a livello ministeriale. È una grossa responsabilità, con 40 dipendenti: qualcosa che ti cambia la vita. Non è semplice, mi coinvolge ed assorbe, a inizio giugno per la prima volta dal 2015 sono riuscito a fare qualche giorno di ferie... Mille cose da fare fra attualità e programmazione: adesso assumeremo 10 persone, c'è un ricambio generazionale da attuare. È totalizzante. Ma è una bella soddisfazione.

Ha un sogno?Sì: una casa sul mare. Alla Montalbano, ha presente? Star lì con mia moglie Cecilia, godermi la vita con un po' di tranquillità. Sempre con la musica con me.Cos'è la musica?È vita. Per me e credo, in fondo, per tutti: anche per chi non lo sa.

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