morti bianche

Tragica caduta a Carpenedolo: la vittima è Andi Rexhepi

di Eleonora Cusano
L'operaio, di origini albanesi, stava lavorando per conto della Mo.ca.m. srl, una ditta esterna di Bienno specializzata nel montaggio di strutture prefabbricate in carpenteria metallica
Nel riquadro la vittima,  Andi Rexhepi
Nel riquadro la vittima, Andi Rexhepi
Nel riquadro la vittima,  Andi Rexhepi
Nel riquadro la vittima, Andi Rexhepi

Ennesimo tragico incidente sul lavoro all’alba di martedì a Carpenedolo, il quinto mortale nel bresciano da inizio anno: la vittima è Andi Rexhepi, di origine albanese, che da poco aveva festeggiato il 43esimo compleanno. L’uomo, residente a Turate in provincia di Como, era domiciliato a Piamborno, frazione di Piancogno, e aveva una figlia di 16 anni. Il tragico episodio è avvenuto all’interno della Marmi Ghirardi, una ditta sita in via Santa Croce: Rexhepi stava lavorando per conto della Mo.ca.m. srl, una ditta esterna di Bienno specializzata nel montaggio di strutture prefabbricate in carpenteria metallica. La Procura ha già aperto un fascicolo a riguardo con l’ipotesi di omicidio colposo: un atto dovuto dei magistrati che vogliono appurare se ci siano responsabilità di terzi nella tragedia. Ad indagare sono i carabinieri di Desenzano, insieme ai tecnici di Asst del Garda.

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Un impatto fatale

La tragedia si è consumata poco prima delle 8: l’operaio si trovava a quell’ora sul tetto per sistemare la copertura di un capannone danneggiato dalle violenti grandinate dello scorso 23 luglio quando, probabilmente a causa dell'improvviso cedimento di una lastra, sarebbe scivolato e poi precipitato a terra da un’altezza di poco meno di dieci metri. Sul posto sono giunte nel giro di pochi minuti un’ambulanza e un’automedica, ma non c’era ormai più nulla da fare perché l’impatto devastante al suolo non ha lasciato scampo. Spetterà a carabinieri e Ats, giunti in via Santa Croce per i rilievi dell’incidente, chiarire le cause della caduta, stabilire se l’operaio stesse utilizzando i dispositivi di protezione e se il cantiere fosse allestito correttamente.

Le reazioni

La ditta Marmi Ghirardi non ha rilasciato dichiarazioni, mentre è il sindacato a sottolineare l’ennesima tragedia sul lavoro: «Una tragedia che continua perché non si interviene sulle ragioni che stanno producendo questo disastro - ha dichiarato il segretario della Cgil Maurizio Landini -. I provvedimenti che il Governo ha preso finora non vanno in questa direzione e quindi, unitamente alla Uil, riteniamo che sia venuto il momento di una mobilitazione più generale su questi temi, chiedendo a Parlamento e Governo di cambiare e fare questi interventi oggi necessari».

Il ricordo della vittima

In Valcamonica tutti ricordano la vittima come un grande lavoratore e una persona affabile, anche se il suo passato nasconde qualche ombra: poco tempo fa Rexhepi aveva scontato tre anni e 8 mesi nel carcere di Como dopo aver chiuso con un patteggiamento il processo in cui era accusato di tentato omicidio per aver accoltellato un connazionale con cui aveva litigato a Turate. Mentre a Brescia era stato coinvolto nelle indagini sulla morte di un connazionale. Ma poi, voltata pagina, era un uomo dedito al lavoro. Rexhepi riposa ora in via Africano a Piamborno, nella casa del Commiato San Filippo delle onoranze funebri Dellanoce, e poi farà ritorno al suo Paese natale. Una serie nera A Carpenedolo sono ben quattro gli incidenti sul lavoro con dinamiche simili in meno di un anno: il primo episodio risale al 26 giugno scorso, quando un 60enne albanese cadde dal tetto della Mak mentre lavorava per conto del Gruppo Villani, ma si salvò. Stessa sorte un mese dopo, il 29 luglio, quando un 45enne perse l’equilibrio da un capannone in via Michelangelo e precipitò rimanendo trafitto da un tondino. Finì in tragedia invece giovedì 3 agosto alla Nolli quando Lamsalahi Abdelhak, 32 anni, che perse la vita cadendo anche lui da una copertura danneggiata.

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