Il processo

Bimbo annegato in piscina a Lamarmora, la difesa dei bagnini: «Serviva più personale»

di Mario Pari
L'avvocato Broli: «Quel giorno i bagnini erano in quattro e non sono elementi per dire che fossero distratti. I telefonini erano negli spogliatoi. La questione era che c’erano quasi 300 persone»
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua

Era il 19 luglio 2020, si veniva da un inverno e una primavera di covid, nella piscina di via Rodi c’erano circa 250 persone. C’era anche lui, Ansh Sharma, il bambino di sette anni d’origine indiana. In quella calda domenica morì annegato, a nulla servirono gli sforzi dei bagnini. Due di loro sono a processo e la pubblica accusa ha chiesto condanne a nove mesi per il più anziano e a sei per il più giovane.

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Nell'udienza di ieri loro difensore, avvocato Luca Broli ha fatto presente nell’arringa, che «il più anziano aveva più volte sollecitato alla società un incremento della presenza dei bagnini, che il discorso parte dall’alto, dal momento che ogni ingresso fa salire il numero dei presenti e questo è sempre verificabile. Questo con riferimento alla società che deve mettere i bagnini nelle condizioni migliori di poter intervenire e di limitare i rischi. Quel giorno i bagnini erano in quattro e non sono elementi per dire che fossero distratti. I telefonini erano negli spogliatoi. La questione era che c’erano quasi 300 persone».

Davanti al giudice, poi, anche i genitori del bambino, con il loro legale che ha sottolineato invece come ci fosse una situazione di presunto controllo, riconducendo, in tal senso la responsabilità ai bagnini. Una vicenda quindi che volge al termine per quanto riguarda il processo di primo grado. La sentenza è attesa per il 20 maggio, giorno in cui sono previste anche le repliche. Solo allora si saprà se per il tribunale ci sono state delle responsabilità da parte dei quattro imputati. La pubblica accusa ha chiesto la condanna a nove mesi per il bagnino più anziano e a sei per i genitori e l’altro bagnino. 

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