l'addio

Gavardo dà l'ultimo saluto a Ezio Delbono, travolto e ucciso da una valanga in Valtellina

di Alessandro Gatta
L'ingegnere valsabbino, da poco residente a Brescia, è morto la vigilia di Natale davanti ai suoi amici
I funerali di Ezio Delbono

Nel silenzio surreale del cimitero di Gavardo si leva forte un grido: “Per Ezio!”, ripetono più volte gli atleti del rugby La Poderosa di Brescia. Erano in tanti, tantissimi oggi pomeriggio, 27 dicembre, per l'ultimo saluto (con cerimonia laica: dal camposanto il folto corteo si è poi spostato al palazzetto dello sport) a Ezio Delbono, l'ingegnere di 41 anni travolto da una valanga in Valtellina, sotto gli occhi degli amici.

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Sguardi bassi e lacrime, in prima fila i genitori Prassede e Franco, il fratello Giulio con Barbara e Angelica, la compagna Carlotta Arenghi. “Non è il momento di parlare di quello che ci mancherà, ma di quello che ci rimane – le parole della compagna –: abbiamo tanto da imparare da lui, che è sempre rimasto se stesso, alla sua maniera. Ho trovato un suo pensiero scritto, in casa: diceva di aver coraggio e che per vivere la vita bisogna fare ciò che si desidera”. Le lacrime del fratello: “La tua anima selvaggia riposa nella natura, la tua anima dolce è qua con noi”.

Una vita dedicata alla sua passione: lo sport

Una vita per lo sport: il basket, il rugby, lo splitboard, il windfoil, la bicicletta. “Ritrovo a Camignone alle ore 6: quella strada l'abbiamo fatta insieme tante volte – il ricordo degli amici del gruppo Splitboard Valcamonica – e stavolta mi è sembrata lunga 10 anni, non 3 ore. Urlavi di gioia per la neve fresca e il cielo azzurro: abbiamo passato giornate uniche e meravigliose, eravamo esausti ma felici. Ecologista e filantropo, non ti sei mai tirato indietro quando c'era da aiutare qualcuno. Siamo fieri di averti avuto come amico, sarai per sempre parte di noi. Verseremo tante lacrime, ma guardando indietro penseremo al tuo sorriso”.

Ezio Delbono

Originario di Gavardo, Ezio Delbono da qualche tempo si era trasferito a Brescia: lavorava come ingegnere nell'azienda di famiglia che ha sede a Molinetto di Mazzano. È morto la vigilia di Natale in montagna, in località Vallaccia a circa 2.250 metri di quota: investito da un distacco di neve mentre affrontava un tratto di fuoripista nei pressi di un canalone. Il suo corpo, ormai esanime, è stato ritrovato sotto un metro e mezzo di neve. Scorrono le immagini e i video di una vita breve ma felice: “Li guardavamo decine di volte, non finivamo mai di ridere”. Ancora una volta, quel grido: “Per Ezio!”. Nel cuore di tanti, sul crinale della vita.

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