ALTA VALTROMPIA

Bostrico, volontari in trincea contro il devastante parassita

di Marco Benasseni
Nei boschi di abete rosso sparsi tra Irma e Collio sono schierate e operative 210 trappole a feromoni per il monitoraggio e la cattura del piccolo ma pericoloso mini coleottero

Conta anche su molti volontari il tentativo di contrasto del devastante attacco parassitario del bostrico in atto anche in Valtrompia nei boschi di abete rosso. Sono infatti le guardie ecologiche della Comunità montana a gestire le 210 trappole a feromoni piazzate per catturare i mini coleotteri che spopolano a Irma, Marmentino, Pezzaze, Bovegno e Collio. È dal 2020 che le Gev sono impegnate in uscite settimanali (nella bella stagione) per il controllo dell’Ips typographus, le cui larve si muovono sotto la corteccia scavando intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa.

Un'azione per contenere i danni 

«È necessario sapere che negli ambienti forestali risulta impossibile eliminare completamente la fonte del danno, ma si cerca di contenere gli effetti negativi entro limiti accettabili - spiegano Giampietro Belleri e Giampietro Corti, coordinatori delle Gev della Valtrompia -. Per questo il controllo del bostrico è fondato sull’applicazione della cosiddetta lotta integrata: una serie di interventi tra le quali il monitoraggio e la cattura delle popolazioni di insetti con l’uso di trappole realizzate in plastica, a forma quadrata o a imbuto, sulle quali appendiamo una bustina di feromone che serve per attirare gli adulti in fase di volo».

Posizionate 210 trappole

Tutte le trappole sono numerate e per il monitoraggio, come detto, ne sono state posizionate 210. «Le abbiamo riattivate a maggio e vengono ispezionate e svuotate ogni 7 giorni fino al termine dello sfarfallamento, alla fine di agosto - precisa Belleri -. Ogni bustina di feromone ha una durata attrattiva di circa 5 settimane; poi si provvede alla sostituzione». Lo scopo delle installazioni è controllare la densità della popolazione: un programma di sorveglianza che punta a rilevare tempestivamente l’eventuale comparsa di nuovi focolai d’infestazione o l’ampliamento di quelli esistenti. Naturalmente con l’obiettivo di impedire o limitare una moltiplicazione che colpirebbe anche le aree boscate circostanti rimaste integre.

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I dati emersi finora

«Il monitoraggio degli ultimi due anni è stato più o meno costante nei numeri - continua Belleri -. Per quest’anno fare previsioni è difficile, perché con la pioggia gli insetti restano nelle piante, riusciamo a catturarli sono quando esce il sole e le temperature si alzano. Per fare un esempio, durante l’ultimo controllo in una trappola sono stati raccolti due etti e mezzo di coleotteri». Cinquanta esemplari di bostrico pesano un grammo, quindi nel caso citato ne erano stati catturati dodicimila. I numeri relativi alle ispezioni vengono inseriti in un database della Comunità montana, e a partire dal 2023 quelli di 10 strumenti di cattura a feromoni sono inseriti in una applicazione della Regione che grazie al Gps presente nei dispositivi delle Gev permette di disegnare a livello geografico l’attacco del bostrico sul territorio e di registrare i danni riscontrati sul campo.

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