IL CASO

Camorra sul Garda, Dalla Chiesa: «Denunciare Laurito? Perdereste la causa»

di Silvia Avigo
Il politico e sociologo: «Di sicuro la mafia a Desenzano c’è, lo dimostrano i rapporti sia della Commissione antimafia sia della Regione. Si rifiuta l'idea con la scusa del danno d'immagine»
Nando Dalla Chiesa è intervenuto sul caso della camorra a Desenzano, sollevato da Marisa Laurito
Nando Dalla Chiesa è intervenuto sul caso della camorra a Desenzano, sollevato da Marisa Laurito
Nando Dalla Chiesa è intervenuto sul caso della camorra a Desenzano, sollevato da Marisa Laurito
Nando Dalla Chiesa è intervenuto sul caso della camorra a Desenzano, sollevato da Marisa Laurito

«Inutile denunciare per danno d’immagine Marisa Laurito, la mafia al Nord e anche a Desenzano c’è, perdereste la causa», parola di Nando Dalla Chiesa che ha trattato l’argomento sabato mattina in diretta su Radio Capital, nella rubrica condotta da Pif e Michele Astori «I sopravvissuti».

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Dalla Chiesa, classe 1949, è scrittore, sociologo e politico. Che ha dedicato la vita a svelare le dinamiche mafiose italiane (la mafia gli portò via il padre Carlo Alberto nel 1982). Tra le altre cose, è consulente della Commissione parlamentare antimafia, professore ordinario di Sociologia della criminalità organizzata alla facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano, di cui dirige l’Osservatorio sulla criminalità organizzata e autore di numerosi libri di analisi del fenomeno mafioso. «Con la scusa del danno d’immagine si rifiuta l’idea della migrazione mafiosa al Nord che è in corso da anni - spiega Dalla Chiesa -. Mafiosi con la coppola non esistono più nemmeno a Palermo. Non posso affermare che la camorra più importante gerarchicamente sia a Desenzano ma di sicuro c’è come dimostrano i rapporti sia della Commissione antimafia che della Regione Lombardia, scritti sulla base di atti inoppugnabili di origine giudiziaria, delle Forze dell’ordine e sulla base delle ricerche fatte per un’associazione del Garda bresciano. Il Garda è un territorio ricco e appetibile per le mafie, anche albanesi e russe: dal comparto edilizio a quello ricettivo, il territorio è ricco ed economicamente interessante non solo per guadagnarci con appalti e subappalti, spaccio e prostituzione ma anche col riciclaggio di denaro «sporco».

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Dati evidenti

«A Desenzano i report dimostrano la presenza della mafia anche in strutture turistico-alberghiere e secondo la magistratura questo territorio alza la media di presenza della camorra di tutto il Bresciano, come si fa quindi a negarne l’esistenza? - prosegue Dalla Chiesa -. In questo modo si aiuta la sua proliferazione, perché non si schierano gli avversari dall’altra parte - prosegue Dalla Chiesa -. Anzi si querela chi lo dice. Una tendenza che ho sperimentato direttamente anche di recente: mettere il bavaglio invece di incitare a denunciare».

Secondo i conduttori di Radio Capital, dire la verità non danneggia il turismo: Desenzano non è certo una meta pericolosa, la camorra danneggia l’ambiente, il territorio e semmai l’economia. «Le Amministrazioni partono in quarta ma è ovvio che se dici ciò che sostiene la Commissione parlamentare antimafia non hai chance in Tribunale - ribadisce Dalla Chiesa -. Consiglio il Comune di non inoltrare la querela e invece di agire. Serve istituire tavoli, commissioni, essere ferrei sulle norme per contrastare questo fenomeno, non certo riderci su e negare l’innegabile. Il paese è bello e turisticamente appetibile comunque».

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