LE REAZIONI SUL WEB

Rabbia e sconcerto: la tristezza per la giovane vita spezzata e la richiesta di giustizia

di Paola Buizza
Il carcere di Canton Mombello dove ora è rinchiuso Davide Fontana
Il carcere di Canton Mombello dove ora è rinchiuso Davide Fontana
Il carcere di Canton Mombello dove ora è rinchiuso Davide Fontana
Il carcere di Canton Mombello dove ora è rinchiuso Davide Fontana

Orrore e sconcerto corrono sul web. Rabbia, anche. E come non averne per l’ennesimo femminicidio compiuto con la modalità più efferata che si possa immaginare. Sconcerta come Davide Fontana, il 43enne che ha ucciso Carol Maltesi, 26 anni, in arte Charlotte Angie, possa aver continuato a svolgere la sua vita sapendo di aver commesso un tale crimine. Sapendo che, mentre lui era al lavoro in banca, o al ristorante per la sua passione da food blogger, in un appartamento nella cascina di Rescaldina (Milano), dove i due vivevano come vicini di casa, ci fosse il corpo senza vita della ragazza con la quale aveva avuto una relazione.

E che poi, non pago, avesse deciso di disfarsene come fosse spazzatura, dentro sacchi neri lasciati in una scarpata tra i monti della Valcamonica: «Mi sconvolge sapere e pensare che si è fatto un paio di mesi in giro sereno e spensierato con un crimine così efferato sulla coscienza» si legge sui social, in uno dei tanti commenti alla notizia. E ancora: «Tutto l’orrore umano concentrato in una sola persona». C’è chi si dice preoccupata per quanto sta accadendo al genere umano e chi le risponde: «I mostri sono sempre esistiti». Chi riflette su una piaga sociale che non si riesce ad arginare: «Ennesimo femminicidio che lascia basiti per come i corpi delle donne siano considerati quasi una mercanzia nelle mani di prevaricatori e assassini».

Profonda tristezza in ogni caso per la fine di una giovane donna, madre di un bambino, la cui vita è stata interrotta violentemente nel pieno della sua giovinezza. La speranza, ora, è «che la giustizia faccia il suo corso». C’è pure chi chiede l’ergastolo per quel «killer a sangue freddo» e chi va anche oltre. Resta soltanto l’amara consolazione di essere riusciti a dare un nome e un volto al cadavere di una donna per la quale non c’è stata alcuna pietà. Un volto solare, con occhi intensi e sorridenti, che il femminicida, concedendosi un’ulteriore dose di crudeltà, ha voluto pure sfigurare con il fuoco.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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