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Roncadelle operations apre procedure di licenziamento collettivo: 39 lavoratrici saranno licenziate

Oggi sono impiegati nello stabilimento 72 persone: 39 saranno licenziate finito il contratto di solidarietà. E' l'allarme lanciato dalle categorie sindacali Filctem Cgil Brescia, Femca Cisl e Uiltec Uil
Foto d'archivio
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Il 5 gennaio 2024 Roncadelle operations, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 39 dipendenti. Lo fanno sapere in una nota le categorie sindacali Filctem Cgil Brescia, Femca Cisl e Uiltec Uil.

Chi è la Roncadelle operations

Ricordiamo brevemente che Rop è la NewCo. che si è costituita per la reindustrializzazione di Invatec-Medtronic di Roncadelle e Torbole. Il progetto di reindustrializzazione era stato individuato dopo che la multinazionale aveva annunciato la chiusura dei siti produttivi di Roncadelle e Torbole (il 7 giugno 2018) a cui ha fatto seguito il tavolo al Mise che ha portato alla individuazione del soggetto per la reindustrializzazione nell’agosto 2019.

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Roncadelle operation l'1 febbraio 2021 ha acquisito per trasferimento del ramo d’azienda tutto il personale (pari a 201 dipendenti) da Invatec. Obiettivo dichiarato: la reindustrializzazione con azienda per la produzione del nuovo brevetto di siringhe monouso con ago retrattile e piena occupazione. Previsti 60 milioni di investimento.

Un progetto fallito

Il progetto di reindustrializzazione non ha funzionato: ha subito fermi, cambi di programma e di brevetto (da Retrago a Safer), rallentamenti nel periodo Covid, mancanza di materie prime e modifiche del piano industriale.

"Negli anni - spiegano i sindacati -, abbiamo utilizzato gli ammortizzatori sociali per affrontare questa situazione: prima la Cassa integrazione straordinaria per reindustrializzazione e dal luglio 2022 contratto di solidarietà per 18 mesi (130 gli esuberi dichiarati allora). 18 mesi per gestire l’impatto sociale, con misure a sostegno quali mobilità volontaria incentivata e politiche di outplacemet".

Le politiche attive senza risultato 

Tutte le uscite del personale avvenute fino ad oggi sono state volontarie. L’azienda ha anche attivato politiche attive per il ricollocamento attraverso outplacement. "Iniziativa - specificano Filctem Cgil Brescia, Femca Cisl e Uiltec Uil - che ha prodotto risultati pari a zero, se si pensa che tutte le persone che hanno trovato altre occupazioni lo hanno trovato individualmente o con canali diversi".

Il confronto tra azienda e sindacato 

"Da mesi il confronto era aperto - aggiunge la Cgil -: le politiche di incentivo all’esodo hanno accompagnato volontariamente i dipendenti fino allo scorso 31 dicembre. Ora, finita la solidarietà, a fronte del fallimento industriale del progetto, l’assenza o scarsità di ordini e gli alti costi di investimento (capannone, macchinari, brevetti, personale) l’azienda dichiara la riduzione del personale e del piano industriale, licenziando di fatto la quasi totalità del personale in produzione e scegliendo di indirizzare le risorse alla Ricerca e sviluppo.

Il progetto di fatto è stato un fallimento: la siringa non si vende, molti sono i problemi e molti i difetti, molte le rivisitazioni. I 60 milioni di euro di investimento messi da Bci non hanno fruttato. Avevamo sperato in un progetto di reindustrializzazione che trovasse corpo e gambe e che mantenesse occupazione sul territorio. Oggi sono impiegati nello stabilimento 72 persone: 39 saranno licenziate finito il contratto di solidarietà, resta ricerca e sviluppo e un automazione spinta, ammesso che arrivino gli ordini e la produzione.

Il confronto al tavolo sindacale per la procedura di licenziamento è già stato attivato per definire accordi anche di sostegno economico. Le assemblee in questi giorni denunciano rabbia, sofferenza e preoccupazione. Ci avevamo sperato - concludono -, ma alla fine a pagare sono sempre le lavoratrici. Resta, oltre al fallimento del progetto, la denuncia per l’assenza di una politica industriale nel territorio e, soprattutto, la difficoltà enorme di ricollocazione della forza lavoro femminile non più giovane.

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