il caso

Omicidio Mario Bozzoli, in paese a Marcheno restano dei dubbi: «La prova schiacciante manca ancora»

di Mario Pari
Il giorno dopo la sentenza di secondo grado in Valtrompia le risposte non sono tutte a senso unico
Caso Bozzoli
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Caso Bozzoli

Un sabato apparentemente qualunque. Gli aperitivi, la spesa nei negozi e al supermercato. Ma a Marcheno basta scavare davvero poco per vedere che praticamente tutti sanno e buona parte accetta di parlare di quella vicenda che scuote il paese e la valle da otto anni e poco più di un mese.

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Il giorno dopo

Quella di ieri, 18 novembre, era la giornata successiva alla pronuncia del giudizio di secondo grado, che ha confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Giacomo Bozzoli, considerato anche dalla corte d’assise d’appello, responsabile dell’omicidio dello zio Mario Bozzoli, di cui non si hanno più notizie dall’8 ottobre 2015.

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«Le reazioni -commenta Paolo, seduto al tavolino di un bar - sono molto contrastanti .Chi è vicino alla famiglia di Mario Bozzoli, da sempre condanna chi è stato condannato. Ma c’è una convinzione diffusa, quella che solo Maggi e Abu potranno fare chiarezza su quanto accaduto. In ogni caso si discuterà molto ancora su quegli articoli che risvegliano dubbi. C’è tanta amarezza. In quanto ai rapporti tra le due famiglie, c’erano tensioni. Ma sulle responsabilità non ci sono dubbi, al 99%.Non serve Agatha Christie. E altrettanto certo è il problema dei tempi con cui sono partiti i controlli. Sono altri due a sapere la verità. Erano solo loro lì al forno».

In paese commentano

Sotto i portici incrociamo Franco che non ha il minimo problema a ad esternare i suoi «moltissimi dubbi. A partire dalla morte di Ghirardini. Io conoscevo Giuseppe, il suo suicidio è impossibile. Si sapeva di tensioni in famiglia. Ma ho dubbi sul fatto che possa avere fatto tutto da solo. Il dubbio mi rimane, bisogna andare più a fondo. Forse ha avuto l’idea, ma non è stato solo». In quanto alla colpevolezza di Giacomo, Ramona e Vanessa si chiedono innanzitutto: «Dov’è andato a finire il corpo di Mario? Questo è l’interrogativo principale. Poi ci sono troppe cose che non combaciano. Non ci sono prove certe che sia stato lui, non c’è niente di concreto in mano. C’è una famiglia che non ha una tomba su cui piangere, dall’altro una famiglia che si trova in quella situazione. Dopo un anno o due anni come si fa a non avere un colpevole? Marcheno è un paesino piccolo, molti sono colpevolisti nei confronti di Giacomo Bozzoli. C’è tanta cattiveria, se non lo sanno se lo inventano. Spiace per entrambe le famiglie, segnate in diverso modo».

A Marcheno vogliono solo la verità

Poi Gabriella che «si augura solo la verità perché ci sono stati due morti, qualsiasi persona paghi. Ma non si sa ancora cos’è successo». Marco non si è fatto «alcuna idea. Se è vero che ha commesso paghi». Chiede l’anonimato chi è convinto che «a sbagliare nelle fasi iniziali sia stato lo Stato: doveva prendere quei tre e metterli sotto come si deve. Certo che è brutto pensare che possa essere successo tutto per quattro soldi». Infine una signora napoletana che ammette di «non sapere nulla della vicenda del forno», ma ricorda che «anche a Napoli era successa una cosa simile quando una donna era stata messa nel forno di una pizzeria».

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