IL CASO

Progetto copertura Pinacoteca, Rolfi: "Quanti soldi pubblici buttati"

di Eugenio Barboglio
La Civica che porta il nome dell'ex candidato sindaco ha depositato un’interpellanza che verrà discussa nel consiglio comunale di domani 3 luglio
Copertura Pinacoteca
Copertura Pinacoteca
Copertura Pinacoteca
Copertura Pinacoteca

Il «tetto» del cortile della pinacoteca? «Un gran pasticcio». A dirlo è la Civica che porta il nome di Fabio Rolfi. La lista ha depositato un’interpellanza che verrà discussa nel consiglio comunale di domani 3 luglio. «In verità abbiamo anche fatto una richiesta di accesso agli atti, ma il Comune non ci ha ancora risposto. E ormai sono passati 27 giorni...». Così la Civica ha scelto un’altra via e più spiccia: chiedere lumi del «pasticcio» direttamente e pubblicamente alla Giunta. «Vorremmo ad esempio capire quanto il Comune ha speso per un’opera che non ha mai visto la luce, e che mai la vedrà dato che la Loggia ha scelto di chiudere definitivamente quella pagina. Ma un progetto è stato commissionato, un ricorso al Tar è stato fatto, e nulla di tutto questo è gratis, ma è stato fatto a spese del contribuente».

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Tra "pasticcio" e "denari buttati" le polemiche sono aspre 

Se Rolfi la vicenda l’ha riassunta in una parola: «pasticcio», Massimo Battagliola lo fa in due: «denari buttati». E questo solo perché «la scorsa amministrazione che non è poi molto diversa da quella attuale si è intestardita. E alla fine è andata a sbattere». Si è intestardita a volere una copertura del cortile interno della Tosio Martinengo quando - secondo Rolfi, Battagliola, Singh Balwinder e Giovanni Viviani - la Soprintendenza aveva detto chiaramente che doveva essere realizzata in un certo modo, un modo che non era quello del progetto della Loggia. A quel punto non era logico modificarlo secondo le indicazioni del soprintendente? «No, è andata avanti per la sua strada, ricorrendo perfino alla giustizia amministrativa. Aveva già affidato la progettazione e fatto una gara d’appalto nell’erronea convinzione di aver tenuto in considerazione le sottolineature dell’ente di via Calini». Eppure - spiega la lista d’opposizione - tutto era molto prevedibile. «Infatti il nodo cruciale delle vicenda si era manifestato immediatamente, ossia nel lontano 2017, quando già la Soprintendenza aveva subordinato l’autorizzazione al rispetto di alcune precise e dettagliate condizioni». In poche parole, per Rolfi e Battagliola il Comune ha sbagliato due volte: la prima quando ha considerato il parere della Soprintendenza come un via libera totale, la seconda quando non ha adeguato il progetto in corso d’opera.

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Un ricorso improcedibile

«La Soprintendenza - spiegano - aveva dato disponibilità, chiedendo documenti integrativi, ma per tutta risposta il Comune ha fatto ricorso al Tar, che però ha giudicato il ricorso improcedibile». Insomma, una serie di «macroscopici errori», un «pasticcio che ha nomi e cognomi, che sono quelli dell’amministrazione Del Bono e ora di quella Giunta Castelletti. In questo senso il no comment rilasciato dall’assessore ai Lavori Pubblici di prima e di adesso, Valter Muchetti a Bresciaoggi, di fronte alle domande sulla vicenda è assolutamente eloquente», dice Rolfi. «Un peccato perché l’opera era delicata ma importante per la Pinacoteca e la sua piena fruizione. E un peccato ancora maggiore è avere sprecato soldi pubblici per non avere nulla dopo sette anni».

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